Per Sempre.

Per SempreQuante cose sono in grado di stupirci nello stesso modo in cui lo può fare un bambino?

Ieri sera è successa una cosa che ho voglia di fermare con delle parole, non voglio dimenticarla, voglio poterla raccontare a mio figlio quando sarà grande.

Era l’ora di andare a dormire e dopo tutti i preparativi del caso scegliamo uno dei libri nuovi che gli hanno regalato per il suo compleanno e ci dirigiamo in camera. Lui seduto sul lettino, io seduta accanto a lui con il libro aperto nella sua direzione.

Leggiamo una storia che racconta di un piccolo Orso che trova un coniglietto di peluche abbandonato e inizia in tutti i modi a cercare il suo proprietario nonostante nessuno lo reclami. Nel frattempo Orso si diverte con il coniglietto che lo accompagna durante la sua giornata fino a quando il proprietario del peluche lo riconosce e Orso con infinita tristezza glielo rende.

A questo punto della storia vedo il labbro inferiore del Nano che si muove, trema e non si ferma un attimo.

Facendo finta di nulla continuo a leggere il libro scoprendo che Alce decide di chiedere ad Orso se si può prendere cura di Coniglietto, perché le cose speciali devono essere donate alle persone speciali. La storia si conclude con la felicità di Orso che porta a casa con sé Coniglietto promettendo di occuparsene per sempre.

Il mio piccoletto si sdraia nel lettino, gli occhi tristi e un po’ lucidi. È lì disteso che ripensa alla storia, è dispiaciuto per Orso, per quando ha dovuto restituire coniglietto ad Alce.

Piano piano, in punta dei piedi provo ad indagare con lui che cosa lo fa sentire triste, mi piace l’idea che mio figlio impari ad esprimere i propri sentimenti. Dopo qualche “non lo so” riesco ad aprire un piccolo varco, mi dice che è triste per Orso, senza che nemmeno se ne accorga inizia a piangere e poi a singhiozzare. Si alza dal lettino e si accoccola tra le mie braccia. Io lo abbraccio stretto e rileggiamo insieme il libro fino a quando lui si calma e capisce che Orso è stato talmente speciale a cercare il proprietario di Coniglietto che si è meritato di prendersene cura per sempre.

Non potevo credere ai miei occhi. Mio figlio a quattro anni si è commosso per un libro.
Non so se la sensazione più forte che ho provato è stata stupore o tenerezza infinita di fronte a tanta purezza ed empatia.

Nasciamo empatici, nasciamo capaci di sentire la gioia e il dolore dell’altro, poi cresciamo.
Vorrei che mio figlio crescesse conservando dentro di sé questa capacità, per sempre.

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